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Stili postonali e suono, oggetto sonoro, oggetto uditivo, oggetto musicale

Stefano Lombardi Vallauri

pp. 61-76

Sul piano terminologico, ontologico, percettivo, fenomenologico, psicologico, storico-musicale, l'articolo discute in successione le categorie interconnesse di suono, oggetto sonoro (anche nell'accezione proposta dalla scuola di Pierre Schaeffer), oggetto uditivo e oggetto musicale, in particolare alla luce degli sviluppi della musica contemporanea postonale. Una differenza fondamentale è rinvenuta tra il livello fisico di esistenza del suono (che ha quattro dimensioni: tempo, frequenza, ampiezza, spazio) e il livello fenomenico di esistenza degli oggetti uditivi (che sono considerati come rappresentazioni mentali, dotate di cinque dimensioni elementari: durata, altezza, intensità, timbro, spazio). Durante il Novecento la musica ha espanso gradualmente i propri confini, arrivando a includere qualsiasi tipo di oggetto sonoro (quindi il rumore, nonché tutti i suoni dell'intera realtà extra-artistica). Inoltre certi stili musicali (ad esempio il minimalismo, la drone music, lo spettralismo) hanno valorizzato quello che si può definire “oggetto musicale minimo”: la più piccola differenza percettivamente saliente in una qualsiasi delle cinque dimensioni. Ciò comporta che un oggetto musicale può essere qualcosa di più piccolo di un suono definito nelle sue quattro dimensioni. Una riflessione speciale è dedicata alla categoria di timbro, che diventa il campo di elaborazione principale per i compositori delle tendenze postonali; poi alla categoria di durata, che non coincide con quella di tempo e in musica è fatta oggetto di un’elaborazione specifica.

Publication details

DOI: 10.4000/estetica.3047

Full citation:

Lombardi Vallauri, S. (2017). Stili postonali e suono, oggetto sonoro, oggetto uditivo, oggetto musicale. Rivista di estetica 66, pp. 61-76.

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