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La nave di Teseo, la metafisica degli artefatti e la documentalità

Luca Angelone

pp. 13-20

L’articolo affronta la questione della persistenza degli artefatti e propone una soluzione alternativa a quelle convenzionaliste. Sebbene si riconosca che i criteri di persistenza degli artefatti sono diversi da quelli adoperati per le entità di genere naturale, si sostiene che questi criteri possono essere fissati evitando l’introduzione di elementi convenzionali. Al centro di questa proposta, si trova la nozione di sostituzione prolungante. La cornice di partenza generale è la teoria dei continuanti elaborata da David Wiggins. Tuttavia, svolgono un ruolo centrale le riflessioni di Maurizio Ferraris a proposito della documentalità. Queste riflessioni sono utilizzate per precisare la nozione di type artefattuale che consente di superare il convenzionalismo di Wiggins relativo agli artefatti. Infine, l’efficacia di questa proposta viene mostrata affrontando uno dei luoghi classici della metafisica degli artefatti, il rompicapo della nave di Teseo.

Publication details

DOI: 10.4000/estetica.540

Full citation:

Angelone, L. (2015). La nave di Teseo, la metafisica degli artefatti e la documentalità. Rivista di estetica 60, pp. 13-20.

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